di Natalia Ceccarelli
Immaginate di essere stati invitati al pranzo che la Regina di Inghilterra organizza ogn’anno in onore dei più promettenti giovani del Regno.
Immaginate di essere arrivati tardi al regale appuntamento e di aver trovato nient’altro che un malfermo sgabello per sedervi.
Immaginate che i vostri compagni di avventura si siano già tutti accomodati sulle splendide, larghe e panciute poltrone di broccato sistemate attorno alla tavola imbandita, e che siano già belli rilassati con le braccia distese lungo i morbidi braccioli.
Immaginate che il vostro orribile sgabello sia un trespolo alto per uccelli, con la seduta sbilenca e nemmanco un piolino per appoggiare i piedi.
Immaginate che dall’alto di questa scomodissima torretta, la cui vetta avrete conquistato a colpi di reni e a prezzo dell’integrità della vostra crinolina, cominciate a disinteressarvi del tutto del contenuto del preziosi piatti di portata, tale sarebbe la fatica di ingurgitare anche solo un acino d’uva in tale disagevole postura, e abbiate cominciato a spaziare con lo sguardo per la sala, soffermandovi sulle gemme della corona regale, sulle scuciture delle giacchette prese il giorno prima in prestito dagli altri commensali, sugli stucchi, sulle volute, sugli uccelli intagliati dei maestosi specchi, sui puttini affacciati all’oculo del cielo.
Immaginate che, andando oltre, ed oltre ancora con lo sguardo, vi siate spinti fino al punto di sbirciare il tramestìo delle cucine, l’eccitazione dei valletti indaffarati, le schiene piegate delle cameriere.
Immaginate che, alla decima portata, i vostri fortunati commensali siano già tutti mezzo addormentati per la digestione impegnativa ed ibuon vino ingurgitato.
Immaginate che voi, dimentichi del cibo, abbiate preso a conversare con l’amabile vecchietta, scoprendo, per averne raccolto la vezzosa confidenza, che lei no, non mangia mai in simili occasioni conviviali. Non tollera nient’altro che un brodino e un’ala di piccione tre ore esatte prima di sedersi a tavola con gli ospiti, dovendo intrattenerli ed animare la conversazione, qualunque sia l’oggetto della discussione.
Immaginate che la Sovrana prenda a descrivervi le sue passioni, gli amati cani, la brughiera, le lunghe passeggiate, e che voi la deliziate appiccicando ad ogni suo ricordo una arguta citazione attinta dalle vostre scorribande letterarie.
Immaginate che, congedandovi da lei, vi permettiate la libertà di indicarle quella cameriera che, rassettando la terza sala a fianco, piangeva e non si sa perché, e di rivelarle pure che il cameriere con il ciuffo biondo aveva messo in tasca tre coltelli d’oro all’atto di servire la settima portata.
Immaginate che, il giorno successivo, nel vostro sottotetto di studente, vi arrivi in dono un corteo di prelibatezze dalla Reggia, e che le portate siano così ricche da sfamare l’intero caseggiato per un mese intero. Immaginate di invitare tutto il vicinato per condividere la gioia, di fare festa, e di brindare fino all’alba.
Avete immaginato tutto ciò?
Si?
Vi ringrazio tanto, e vi auguro di scegliere, potendo, sempre lo sgabello per osservare il mondo.
Tempo possibile e tempo impossibile