Nel 1942, a seguito di un giudizio, fu acquisito da Rodolfo Paladini e nel 1950 fu ereditato dai suoi otto figli. All’epoca, il palazzo era abitato da circa cinquanta famiglie. Nel 1985 l’Università degli Studi di Napoli chiese alla Soprintendenza di acquisire palazzo Penne tramite espropriazione pubblica per destinarlo alla facoltà di Architettura, ma non se ne fece nulla. Nel dicembre 1990 gli eredi Paladini vendettero il palazzo alla società romana Manuia al prezzo di 1 miliardo e 250 milioni di lire. L’immobile si presentava suddiviso in 47 unità immobiliari ed era “in gran parte locato e occupato”. Due mesi dopo, il ministero per i Beni culturali e ambientali esercitò, sebbene in ritardo, il diritto di prelazione nei confronti di palazzo Penne. La Manuia convenne in giudizio il Ministero innanzi al Tribunale di Napoli, contestando il perfezionamento del procedimento finalizzato all’esercizio del diritto di prelazione. Con sentenza n. 523/1993 (confermata anche in Appello nel 1996) il Tribunale di Napoli accolse tutte le domande della società romana. Il ministero, dunque, non poté esercitare il diritto di prelazione sull’immobile.
Anno dopo anno, il palazzo cadde in rovina. Tra il 2017 e il 2019 sono state inviate diverse lettere alla procura della Repubblica, al presidente della Repubblica, al ministero per i Beni culturali e al presidente della Regione Campania per sollecitare sia la messa in sicurezza e il restauro di palazzo Penne sia la regolarizzazione della situazione della signora Jolanda. Si sono mobilitati diversi comitati di quartiere e associazioni ambientaliste, tra cui la rete SET, Santa Fede Liberata, Italia Nostra e il comitato Portosalvo, chiedendo alle istituzioni di aprire il giardino al quartiere e di coinvolgere gli abitanti, attraverso politiche partecipative, nella pianificazione della nuova destinazione del palazzo.
Le associazioni hanno dedicato tre giornate alla pulizia e alla cura del giardino, in seguito alle quali, purtroppo, quest’ultimo è stato vandalizzato da ignoti. Nel dicembre 2020 è stato avviato il Contratto Istituzionale di Sviluppo, che prevede uno stanziamento di 90 milioni di euro per il centro storico di Napoli. La riqualificazione di Palazzo Penne è stata finanziata con 10 milioni di euro. Il progetto prevede la realizzazione della “Casa dell’Architettura e del Design”: una casa dove non ci sarà spazio per l’anziana inquilina né per scuole e biblioteche.
Tempo possibile e tempo impossibile