
Un gruppo di
persone pensanti,
per proporre linee
d’azione.
Chi è
Areopago
L’Italia è divisa da molte ingiustizie: sociali, giudiziarie, culturali, economiche; ingiustizie a ogni livello, rimarcate da vaste aree di irresponsabilità. In questo quadro i protagonisti di primo piano sono tutte le espressioni più “istituzionali” del Paese: grandi supplenti, grandi eroi, grandi artefici di ingiustizia, a seconda delle prospettive e dei fini del discorso pubblico. Areopago intende mettere al centro L’INGIUSTIZIA.


Un luogo dell’antica Atene,
a metà strada tra
l’agorà e l’acropoli.

IL NOME
l'Areopago (fondato dalla dea Atena per giudicare il matricidio commesso da Oreste) aveva il potere di curare l'osservanza delle leggi e rivestiva una parte importante nell'amministrazione. Secondo quanto dice Demostene nel discorso contro Aristocrate, né la tirannide né l'oligarchia né la democrazia hanno tolto all’Areopago il diritto di giudicare dei delitti di sangue. Recuperando la MEMORIA delle attribuzioni fondamentali del primo tribunale della storia occidentale, possiamo guardare al FUTURO.
L’identità di Areopago attinge a tutte le buone volontà riformiste: è la moderazione ragionevole e l’assoluta radicalità di metodo. Oggi, per affrontare l’ingiustizia, bisogna mettere tutto in discussione, ma dentro una CONVERSAZIONE CIVILE: Areopago fa a meno della veemenza politicamente scorretta, e delle parole vuote dei sacerdoti che prestano servizio permanente sugli altari della retorica “buona e giusta”.

IL DIRITTO E IL PROCESSO
Areopago mette al centro L’INGIUSTIZIA NEL E DEL DIRITTO, NEL E DEL PROCESSO. Il suo obiettivo è costituire un nucleo di idee, valori e programmi al servizio di chi opera nel diritto e nel processo, per dare nuova linfa alla rappresentanza degli interessi comuni, non moralistica né moraleggiante, pragmatica, liberale, plurale.
Il ruolo della magistratura e dell’avvocatura, e la loro capacità di mettersi radicalmente in discussione, sono determinanti.

MANCANZA DI LIBERTÀ
L’ingiustizia deve essere combattuta con determinazione sul piano culturale: la mancanza di libertà è il fertilizzante che fa prosperare l’ingiustizia. La mancanza di libertà d’impresa, di cura, di circolazione delle idee, di stampa, di associazionismo, di formazione, dell’industria culturale: mancanze di libertà che alimentano l’ingiustizia.
Areopago vuole portare alla luce le vie nascoste per sottrarci libertà come singoli e come società, e narrare le storie di lotta per la libertà.
LA FORZA DELLA TRADIZIONE
Areopago crede che ogni tradizione, per mantenersi feconda, deve saper rivivere nelle trasformazioni del tempo e della storia. I due veri e propri convitati di pietra, sempre più lontani dai processi di rappresentatività democratica eppure sempre più pervasivi nel dettare linee e soluzioni concrete, in tacita discontinuità con le tradizioni, pur territorialmente e socialmente diversificate, del Paese, sono L’ECONOMIA E LE RELAZIONI INTERNAZIONALI.
LA BELLEZZA
L’ingiustizia è anche la bruttezza dilagante degli spazi pubblici e privati, il disprezzo per il paesaggio, l’indifferenza per l’armonia. Si vive e lavora sotto il segno della bruttezza, la società è incapace di pensare il benessere comune in termini di rispetto e valorizzazione della bellezza. Il vero, fondamentale diritto è il diritto alla bellezza, che impone, prima di tutto, di non mortificare sistematicamente l’aspirazione umana, naturale e indistinta, alla cura del paesaggio e dei beni storici, alla creazione di luoghi di lavoro, incontro, socializzazione, terapia, e assistenza, capaci di un tratto accogliente, armonico, attento al contesto, alla memoria, allo sviluppo degno.
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