Alla velocità dedico la mia sera, alla velocità che mangia il tempo, che tutti abbiamo paura di perdere.
Alla frenesia, che è una velocità senza senso.
Alla corsa, che è una velocità che si rapporta a un obiettivo.
Solo alla sera, quando tutto il giorno è stato divorato dall’avido profitto, si può osservare il percorso senza sosta, il tintinnare di orologi che ha soffocato le nostre ore.
Alla follia, ch’è una velocità abbandonata in nome del tempo, dedico le stelle di questa sera.
Un aereo trafigge il nero del cielo, che è solo un muro dietro cui scoppiano i colori, lo trafigge disegnando una costellazione di insolite parole. Un treno squassa la terra, si meraviglia del volo, sopra di lui, dell’aereo appena staccatosi da questa terra. Tutto nero, fermo, assonnato, persino la velocità. Veglia la notte soltanto la lentezza.
Noi umani siamo gli unici viventi che hanno paura di perdere la velocità, perché potremmo accorgerci che con lei è fuggito anche il senso della vita.
“Solitude”